Angelika
invia immaginiL’Angelica, costruita nel 1967, era di proprietà della società armatrice greca Menalon Navigation Co., iscritta al Compartimento Marittimo del Pireo e trasportava 4400 tonnellate di cloruro di potassio da Barcellona verso porto Marghera. Il 25 settembre del 1982 si trovava a transitare nello stretto di mare che separa la Sardegna dalla Corsica, conosciuto ancora oggi dai naviganti per la pericolosità delle sue acque tanto da meritarsi il nome di “Bocche di Bonifacio”. A detta del comandante Lamprinakis, la capitaneria di Santa Teresa di Gallura negò l’accesso al porto, a causa delle sostanze tossiche che costituivano il carico. Nel disperato tentativo di cercare un riparo dalle onde e dal vento, ancor prima dell’alba del giorno seguente, la nave s’incagliò sugli scogli della Marmorata a seguito di un’avaria al timone. Dopo l’intervento di due rimorchiatori, il “Moreno” e l’”Impetuoso”, che però non riuscirono a disincagliare lo scafo, l’Angelica fu bonificata da tutti i materiali inquinanti, comprese 70 tonnellate di carburante. Il resto fu opera dell’impeto delle onde che, il 14 luglio del 1983, fece inabissare completamente il relitto, dopo averlo spezzato in due tronconi.
Un’immersione veramente alla portata di tutti (i sub brevettati). Nel nostro caso, la nave affondata si trova ad appena 18 metri. La parte più suggestiva è quella del castello di poppa, ancora circondato dalla battagliola (termine nautico per indicare una sorta di ringhiera esterna): grazie agli oblò, che consentono alla luce di penetrare all’interno del relitto, si possono esplorare alcune zone della coperta uscendo poi lateralmente. Altre parti rimaste intatte sono un verricello di carico molto vistoso (ci sono ancora i cavi collegati), una porta con il meccanismo di chiusura a ruota, gli argani di ormeggio, alcuni paranchi e carrucole, una scala, ma soprattutto l’elica.
Se volete fare delle belle foto non dimenticate una torcia subacquea, specialmente se avete intenzione di addentrarvi nella parte più buia. All’interno del relitto non c’è questa grande varietà di pesce, ma potreste essere fortunati ed imbattervi in qualche cernia o qualche polpo nascosto nei vari anfratti creati dalle lamiere. La castagnola è invece onnipresente.
(Fonte Blogo)
Un video recente