CITAZIONE
L’isola di Maradhoo si trova nell’atollo di Addu, o Seenu, il più meridionale delle Maldive (si trova appena SOTTO l’equatore); si raggiunge con un’ora e mezza di volo interno con aerei dignitosi a turboelica; se Maldivian usa l’Airbus 321, come mi è capitato, anche solo un’ora. La guesthouse Wave Sound, che appartiene al gruppo 3S Maldives, si trova proprio in riva al mare e ha una sua spiaggia privata; è situata nella parte sud-orientale di Maradhoo, a dieci minuti d’auto dall’aeroporto di Gan (una delle isole dell’atollo, da non confondersi con l’altra Gan nell’atollo di Laamu).
Le sette camere sono disposte in fila in un blocco unico che comprende anche la reception. Il proprietario della Wave Sound si è ispirato a un resort per creare la guesthouse e, in effetti, non sembra un vero e proprio alberghetto dei soliti che si trovano alle Maldive, bensì un “miniresort”. Le camere sono ampie, luminose, spaziose e, in una parola, belle: c’è di tutto (aria condizionata, TV, cassaforte, minibar) sia nella camera da letto, sia nella cameretta-guardaroba situata nel retro, sia nel bagno: la dotazione è davvero completa. Di fronte alla camera c’è una bella terrazza di tek (roba di lusso per una guesthouse) su cui trovate il vostro tavolo riservato, molto ampio, con sedie e ombrellone; se lo desiderate, potete usare il tavolo anche la colazione, il pranzo e la cena. Spostandovi ancor più in là verso il mare, avete una terrazzina di sabbia su cui trovate due sdraio belle e comodissime (stile resort di lusso): mai visto nulla di simile in una guesthouse e oltretutto a prezzi del tutto ragionevoli (una sessantina di dollari a notte per una persona, tasse comprese, B&B)!
Il proprietario della Wave Sound appartiene a una famiglia locale, che possiede anche altre aziende sull’isola; si tratta di un giovanotto simpatico e di discreta cultura, con cui sono uscito varie volte nei vari bar a bere il caffè per fare quattro chiacchiere, anche insieme col gestore della guesthouse, che è un’altra persona. Il proprietario mi ha persino fatto guidare la sua auto, mia prima volta alle Maldive!
La cucina è nella media, internazionale ma con orientamento asiatico, senza infamia né lode. Esiste una carta da cui potete scegliere quello che volete e i prezzi sono più che ragionevoli (8-12 dollari a pasto).
La spiaggia privata si trova davanti a tutta la struttura della guesthouse: è piccolina, ma tenuta molto bene. Quello che appare davvero strano, per chi conosce le Maldive da tanti anni, è il mare: la laguna non è tutta turchese come ci si potrebbe attendere, bensì per larga parte è quasi nera, ma non per chissà quale mostruosità… In realtà il mare è una distesa di piante acquatiche; attenzione: non alghe, piante vere e proprie, ramificate e sottomarine, con foglie e persino fiori subacquei! Indagando un po’ con i conoscenti biologi, ho scoperto che la loro presenza indica le ottime condizioni dell’ambiente marino.
In effetti, entrando con pinne e maschera proprio di fronte alla spiaggia, potete fare snorkeling fra una quantità del tutto anomala di corallo in ottimo stato di salute; pesce tuttavia pochino (ma si compensa nelle immersioni)… Questo è l’unico atollo in cui ho visto nelle lagune coralli ancora in salute, malgrado l’episodio del Niño del 2016. Inoltre anche i coralli danneggiati stanno ricrescendo più rapidamente qui che altrove. Probabilmente il fatto di essere più distanti dal continente asiatico fa sì che la temperatura del mare non abbia raggiunto gli stessi picchi del centro e soprattutto del Nord (dove peraltro il corallo sta ricrescendo altrettanto in fretta, molto più che dopo l’episodio di sbiancamento del 1998, ciò che conferma l’avvenuta selezione di specie più adatte).
Di fronte alla guesthouse vi sono due isolette deserte, Boduhajaraa e Savaaheli, e una su cui stanno costruendo qualcosa, Dhigiheraa; la seconda delle deserte è davvero notevole: pullula di lagunette turchesi bassissime che si prosciugano con la bassa marea, ma che con la marea normale potete godervi ogni giorno; inoltre fra Savaaheli e Dhigiheraa c’è un canale dove, in presenza di corrente di marea, potete godervi un vero e proprio idromassaggio naturale (occhio ai bambini piccoli perché sebbene il canaletto sia poco profondo, vi “volano” via…)
Maradhoo è abbastanza grande ed è collegata con le altre isole dell’atollo per mezzo di una strada lunga 18 km, una cosa strana per chi è abituato a girare per le Maldive tipiche; tuttavia essa merita una visita, se non altro di due-tre giorni. Trovate ristoranti, bar, negozi di ogni tipo…
Il tempo si è mantenuto bello durante tutto il periodo (8-17 giugno, piena stagione umida): su 9 giorni e mezzo, solo due mezze giornate nuvolose e, per il resto, sole spesso velato ma sempre presente; media delle giornate: classe 3; tipica condizione del monsone umido, insomma. Ho notato che quaggiù non fa mai troppo caldo: è certamente l’atollo maldiviano dove ho meno percepito il calore e l’umidità – pur presente in quantità elevata – tipici dei luoghi equatoriali.