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Corno d'Africa: interventi per 3 milioni di bambini in pericolo di vita

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view post Posted on 9/9/2008, 15:36
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Maldive isole visitate: Maafushivaru, Thudufushi, Bathala, Maayafushi, Halaveli, Angaga, Madoogali, Eriyadu, Vilamendhoo

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Nairobi, 9 settembre 2008 - Nel Corno d'Africa 3 milioni di bambini sono in pericolo di vita per mancanza di cibo, acqua e cure mediche, vittime di un'emergenza complessa in cui oltre 14 milioni di persone risentono gravemente degli effetti concomitanti di siccità, conflitti armati, aumento dei prezzi alimentari e malnutrizione cronica.

Se non si interverrà immediatamente molti altri milioni di bambini saranno a rischio in tutta la regione: tuttavia, a fronte della gravità della crisi, la risposta rimane per ora scoraggiante.

«In questa fase critica c'è bisogno di una forte leadership politica nazionale e di un'immediata mobilitazione di fondi a livello internazionale: i rischi ora incombenti su bambini e famiglie sono immensi, e il tempo a disposizione per contrastarli si sta esaurendo», ha dichiarato Per Engebak, Direttore regionale dell'UNICEF per l'Africa Orientale e Meridionale.

Gli effetti della siccità si sommano al più grave conflitto degli ultimi anni nella martoriata regione del Corno d'Africa, soprattutto nella Somalia centrale e meridionale e nella regione somala dell'Etiopia.

La debolezza o incapacità dei governi impedisce una risposta efficace ai bisogni delle popolazioni e in alcuni casi ostacola persino gli aiuti: in diverse parti del Corno d'Africa gli operatori umanitari vengono a volte intralciati da funzionari di governo, o sono obiettivo deliberato dei gruppi armati.

«In questo momento la sicurezza è uno dei principali ostacoli per una risposta efficace ai bisogni delle popolazioni», ha affermato Per Engebak, sottolineando le difficoltà d'accesso ma anche i problemi causati dall'impennata in tutto il mondo dei prezzi del grano e dei cereali.

In alcuni dei paesi più colpiti dalla siccità, negli ultimi 8 mesi i prezzi dei generi alimentari sono aumentati fino al 200%, rendendo impossibile per molte famiglie l'acquisto del grano. L'impennata dei prezzi rende difficile anche per le organizzazione umanitarie l'acquisto di sementi e cereali necessari per rispondere all'emergenza.

Inoltre, l'aumento del prezzo del carburante - dal 300 al 1.000% in Somalia - mette a rischio la distribuzione di acqua e cibo, anche per popolazioni che potrebbero essere raggiunte in sicurezza.

Le cause dell'emergenza

L'attuale crisi arriva due anni dopo l'ondata di siccità seguita da devastanti inondazioni del 2005-06, che decimò il bestiame da cui dipende la vita di gran parte delle popolazioni del Corno d'Africa, gettando milioni di persone in una condizione di crisi economica e nutrizionale permanente. All'inizio del 2006, erano 4 milioni, di cui 1,5 milioni minori di 5 anni, i bambini in stato di emergenza sanitaria e nutrizionale.

Questi ricorrenti cicli di siccità e inondazioni colpiscono le aree di pastorizia con frequenza assai maggiore rispetto al passato, mettendo sempre più a rischio la vita e la salute dei bambini delle comunità nomadi. E la scarsità di infrastrutture e servizi nell'area del Corno d'Africa complica ulteriormente la situazione: pochi servizi sanitari e scolastici, non in grado di soddisfare le esigenze delle comunità di pastori nomadi, spesso (ad esempio in Kenya) a 40-80 km di distanza. In tutta l'area dell'Etiopia di prevalenza della pastorizia, 4,2 milioni di persone possono contare solo su 1.132 operatori sanitari. E la Somalia devastata dal conflitto dipende interamente o quasi da quell'assistenza sanitaria internazionale che viene bloccata dalla mancanza di sicurezza.

I 20 litri d'acqua a testa, disponibili a massimo 2 km dal luogo di residenza, che rappresentano lo standard minimo internazionale, sono un sogno: di norma la maggior parte delle popolazioni dispone di 5-10 litri d'acqua a testa, attinti da pozze, stagni o fiumi, che appena c'è siccità si riducono a 1-2 litri a testa.

In queste condizioni, da anni i bambini pagano il prezzo più alto, privati di cure mediche essenziali (in molte aree il tasso di copertura vaccinale è solo del 30%), denutriti non appena diminuisce la produzione di latte del bestiame, vittime di diarree e altre malattie veicolate dall'acqua sporca. E anche i fortunati che riescono a crescere oltre la soglia dei 5 anni ne risentono pesanti conseguenze. Anche la scuola è un miraggio, per la mancanza di strumenti di sostegno e flessibilità che consentono ai bambini nomadi la frequenza scolastica di base, e per la necessità delle famiglie di impiegarli nel lavoro di pastorizia e di ricerca dell'acqua.

La crisi attuale, nella sua complessità, non può essere affrontata solo con misure tampone ma richiede una mobilitazione urgente e di ampio respiro sia della comunità internazionale sia dei governi nazionali. La combinazione di tre fattori: insicurezza estrema e conflitti, aumenti dei prezzi degli alimenti e del carburante, mutamenti climatici, rischia di devastare più che in passato, e a lungo termine, gli ambienti già poverissimi e fragili in cui vivono le popolazioni nomadi del Corno d'africa.

Rispondere a questa sfida complessa è un imperativo umanitario per la comunità mondiale, per l'oggi ma anche per dare un futuro diverso ai bambini e alle famiglie di questa regione del mondo.

dal sito dell'UNICEF
 
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view post Posted on 5/8/2011, 15:48
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Posti visitati: Brasile, Cuba, Spagna, Egitto. Capitale europea più bella visitata: Edimburgo

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Drammatica ? catastrofica? Non ci sono più aggettivi per descrivere la situazione che si è creata i Somalia in seguito alla carestia che ha colpito questo paese e la sua popolazione

http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/..._758367852.html

La Croce rossa italiana

www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1
 
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view post Posted on 10/8/2011, 17:03
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hai ragione kik

non ci sono parole, si dovrebbe passare ai fatti ma strutturali

 
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Andyman
view post Posted on 13/8/2011, 07:54




CITAZIONE
"Paradossalmente, il primo dato evidenziato dalla nostra équipe a Mogadiscio è che la malnutrizione non è il problema medico più urgente. Ci sono altre priorità sanitarie come la cura del colera e del morbillo o la vaccinazione contro il morbillo. Anche l'accesso all'acqua è un problema, per questo stiamo organizzando la distribuzione di acqua potabile.
Un'altra problematica è quella degli alloggi, per questo abbiamo messo in piedi la distribuzione di generi non alimentari per migliorare le condizioni di vita degli sfollati."
Mégo Terzian, direttore delle operazioni, MSF

http://www.medicisenzafrontiere.it/msfinfo...tenutiCollegati

https://www.medicisenzafrontiere.it/donazi...braccio_190x103
 
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