Turkish in crisi, ora la compagnia subaffitta gli aerei
Da fenomeno dei cieli a vettore che naviga in cattive acque dopo il "contro-golpe" e le minacce terroristiche. Otto A330-200 saranno girati ad altre società per limitare i costi dopo il taglio di alcune frequenze mentre altri velivoli ordinati sono stati già tagliati dalla flotta
Turkish in crisi, ora la compagnia subaffitta gli aereiROMA - Un mega aeroporto in costruzione a Istanbul, il più grande e moderno del globo e tanti ordini di aerei per una flotta tra le più ampie del mondo. Tutto questo fa, anzi faceva parte del pianeta Turkish Airline, il colosso turco che dopo un 2015 da incorniciare, con risultati ben sopra le attese medie del settore, nel 2016 deve fare i conti con una discesa rapida di emergenza per tagliare i costi.
La colpa? Il turismo e i voli nel corso dell'anno sono nettamente calati per paura del terrorismo, degli attentati che per mesi hanno colpito il Paese e soprattutto per gli effetti di golpe e contro golpe che ne hanno travolto l'immagine. Ecco perché i turisti hanno scelto altre mete più "tranquille" e da quel momento sono iniziati i guai della compagnia turca. Che deve oggi rimettere mano ad una super-flotta, troppo estesa rispetto ai bisogno della compagnia. Per questo il management ha pensato di limitare i danni subaffittando 8 Airbus A330-200, macchine utilizzate sul lungo raggio nella configurazione con 24 posti in business e 250 in economy, tutti con meno di 9 anni di carriera sulle spalle.
Già nelle scorse settimane nel quartier generale del vettore turco era suonato l'allarme per i conti dei nove mesi, che hanno mostrato perdite pesanti per 463 milioni di dollari dopo utili netti accatastati nello stesso periodo del 2015 pari 877 milioni. Un segnale pessimo che ha costretto la compagnia a rivedere i "piani di volo": la reazione ha portato alla modifica degli ordini e delle consegne di 92 Airbus A321neo, 65 Boeing 737 MAX-8 and 10 737-MAX 9 che dovevano entrare in flotta entro il 2022. In pratica un taglio netto
dai 34 aerei previsti a 10 per il 2018, da 40 a 36 l'anno successivo e dai previsti 52 a 42 entro il 2020. Non solo: oltre alle consegne rinviate Turkish nei giorni scorsi ha pensato bene di mettere a terra 25-30 aerei, tra Airbus A330-200, A340-300, A319 oltre a 5 Boeing 737-800.
www.repubblica.it/economia/2016/12/...erei-153266573/